Guido Baselgia – Come se il mondo fosse misurabile
Guido Baselgia – Come se il mondo fosse misurabile
Il fotografo come ricercatore in viaggio: negli ultimi vent’anni Guido Baselgia ha spostato la sua macchina fotografica in zone geologiche periferiche, ha perlustrato la superficie più spoglia della terra e ha osservato fenomeni di luce nelle Alpi, nelle Ande e nel nord della Norvegia. Ha trasportato i suoi studi nel linguaggio visivo di una lenta fotografia analogica. Così sono nati le opere in bianco e nero ai limiti dell’astrazione, realizzate sotto forma di grandi stampe in gelatina ai sali d’argento o di fotoincisioni, caratterizzate dalla ricchezza di dettagli e dalla qualità dei materiali. La mostra fa seguito ai noti cicli di opere – “Hochland”, “Weltraum”, “Silberschicht” e “Light Fall” – e presenta per la prima volta l’ultimo progetto di Baselgia. Questo progetto lo porta in Ecuador e in Perù, nel bacino amazzonico. Nelle sue spedizioni, il fotografo si occupa della rappresentabilità della foresta pluviale tropicale. Egli trasforma la scintillante densità e la diversità della vegetazione in composizioni della massima calma e concentrazione. Ritratti degli abitanti indigeni e nature morte dei dintorni degli insediamenti diventano riflessioni sulla rappresentazione fotografica di questo mondo minacciato. Come un Memento Mori, l’opera di Baselgia rende omaggio a questo paesaggio il cui sfruttamento economico esercita ormai il suo impatto sul clima globale.
Pubbliccazione
La mostra è stata accompagnata da una pubblicazione, edita dalla Fotostiftung Schweiz e dalle Edizioni Periferia.