Werner Bischof, è uno dei maggiori fotografi a livello internazionale del XX secolo. Con Unseen Colour, Fotostiftung Schweiz espone la sua opera a colori, in gran parte sconosciuta.

Il fotografo svizzero Werner Bischof (1916–1954) ha contribuito in modo determinante alla storia del fotogiornalismo. Il suo nome è sinonimo di impegno umanitario e integrità morale, ma anche di incessante ricerca estetica e di perfezione creativa. Le sue immagini dell’Europa distrutta dalla guerra, della carestia nella provincia indiana del Bihar, delle vittime civili della guerra di Corea o di un Giappone lacerato tra tradizione e modernità hanno fatto il giro del mondo. Accanto alle singole icone, la sua incisiva estetica in bianco e nero è rimasta impressa nella memoria.

Il lavoro di Bischof con le immagini a colori avvenuto nel corso di tutta la sua carriera è stato affrontato in alcune mostre e pubblicazioni. Tuttavia, questo aspetto della sua opera è rimasto in gran parte inesplorato. La mostra Werner Bischof – Unseen Colour desidera rimediare a questo ritardo. Si basa su un archivio scoperto di recente, che viene ora mostrato e reso accessibile per la prima volta da Marco Bischof, figlio del fotografo e di Tania Kuhn: si tratta di alcune centinaia di negativi in vetro di immagini scattate da Werner Bischof a partire dal 1939 con la fotocamera Devin Tri-Color. Questa fotocamera consente di esporre contemporaneamente tre lastre di vetro sensibili alla luce. Filtri colorati premettono di imprimere tre diversi estratti di colore (rosso, verde, blu), che a loro volta vengono riprodotti su carta stampata uno sopra l’altro creando un’immagine a colori.

Parallelamente alla mostra Werner Bischof – Unseen Colour, la Fotostiftung Schweiz e l’Archivio Rosellina presentano la mostra Rosellina – Una vita per la fotografia.

Una mostra del MASI Lugano e della Werner Bischof Estate, in collaborazione con la Fotostiftung Schweiz.